#14 - TI SONO VICINO, DA LONTANO
Oggi è morta la mamma di una mia cara amica.
L’avevo sentita una decina di giorni fa e si diceva preoccupata per l’epidemia.
“Ma abita in un paesino defilato dal caos, dovrebbe essere più riparata dal contagio”, avevo tentato di rassicurarla.
Parole che non erano servite a molto: un parente era stato trovato positivo al CoronaVirus e la signora era molto anziana… l’apprensione era difficile da scacciare.
Poi i giorni sono passati, frenetici pur nell'immobilismo, anche se mi ero ripromesso di telefonarle per sapere come andasse.
Mi ha anticipato il messaggio di un amico comune, stamattina.
Leggendolo non volevo crederci. Non solo era davvero arrivato il contagio, era già tutto finito.
Mi sono interrogato molto prima di scrivere queste righe. E ho deciso - sperando di non far soffrire ancor più la mia amica, che è una di quelle persone fantastiche che la vita ti fa incontrare per caso, per interessi culturali in comune, e poi diventano di famiglia - che sia doveroso condividere quanto accaduto in forma pubblica, in questo momento.
Perché immedesimarsi in drammi come questo è un dovere civile. Una responsabilità sociale.
Per qualcuno forse è anche un tardivo, ma ancora valido, campanello d'allarme: penso a servizi tv visti in giornata che mostravano gente ancora troppo poco cauta ai mercati rionali nel Sud Italia. Ai francesi che oggi hanno chiuso le scuole, ma ancora consentono gli eventi con pubblico fino a 100 persone (mentre contano già 3661 casi di Covid-19). Tutti errori che noi abbiamo appena fatto, ma sembra già un secolo fa e notare che la nostra esperienza risulta vana è triste e frustrante. Persino Trump ieri, improvvisamente, ha fatto due conti e dichiarato lo stato di emergenza nazionale negli Usa, stanziando 50 miliardi di dollari per contrastare la pandemia.
Non ultimo, scrivere, ora, è il mio modo di stringere la mia cara e gentile amica nell’abbraccio che non posso darle in questi giorni. Sarebbe stato fortissimo e lo sarà, appena potremo uscire di nuovo e finalmente incontrarci.
E, a seguire, viene il ruolo sociale della narrazione che ho, ormai, cominciato: non potrei fare autobiografia tralasciando un dispiacere di questo tipo, direttamente collegato con il tema principale di questi racconti.
Dobbiamo tutti guardare in faccia la realtà e per me oggi è stato un giorno attraversato da riflessioni.
Non sarò l’unico a dover “stare vicino, da lontano” a qualcuno a cui voglio bene. Non il solo a non poter andare a un funerale, a non poter correre in soccorso di un amico fraterno al momento giusto.
Non esserci. Questo è il problema. È già un peso quando si tratta di momenti di gioia (quante lauree e matrimoni e cerimonie rimandate di questi tempi!). Più dilaniante ancora è l'assenza nei momenti tragici: fa sentire impotenti, ruba quell’illusione di riuscire a spegnere almeno un pizzico del fiammeggiante dolore altrui.
Penso a quante famiglie, proprio in questo momento, lo stanno vivendo... il dolore.
Dovremo fare i conti anche con questo lascito dell’uragano che ci ha colpito, non solo con la paura, con l’eroismo, con le privazioni e con tutti quei ricordi più folkloristici e curiosi di questa "quotidianità sospesa", che inserisco in contrappunto nelle pagine di questo diario per trarne forza di propulsione utile a continuare a combattere.
I reduci di questa guerra saranno di certo gli operatori sanitari (io penso alla mia Francesca e a tanti suoi colleghi che stimo e che frequentiamo), ma ognuno di noi avrà cicatrici. Spero che quelle dei bambini d’oggi siano rosa pallido e svaniscano nel tempo, come sbucciature sulle ginocchia primaverili, quando si comincia a giocare all'aperto. E che i più piccoli non ricordino il dolore delle ferite, ma si radichi in loro solo un istinto alla prudenza, che li porti a non sottovalutare gli eventuali cataclismi futuri, virali o diversi che siano. La vita ci sorprende sempre e in questo periodo ne abbiamo avuto prova.
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NOTE
250 i decessi della giornata di oggi.
Qui il quadro attuale della situazione, mentre gli esperti sostengono che il picco dei contagi non è ancora stato raggiunto in Italia. Osservato speciale il Sud del Paese.
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