#18 VIDEO-TERAPIA PER BAMBINI
Super-mamma fa la notte. Da oggi a domenica prossima ne ha in programma 3, più un turno di giorno.
Per fortuna il trio è abituato, da sempre, ad andare a dormire e a risvegliarsi con me, altrimenti questi giorni sarebbero molto più difficili. Diversamente, per Francesca non sono così semplici da reggere, la frequenza di notti è più alta del solito, con conseguente sballo dei ritmi sonno-veglia. E poi queste nottate sono molto più impegnative: è scontato trascorrere in piedi e in attività tutte le 12 ore di turno, senza pause per coricarsi. Normalmente, se non ci sono urgenze, le notti in Rianimazione le consentono di sdraiarsi almeno un po’, dopo aver fatto il giro visite e aver assestato le terapie dei degenti. Talvolta, prima dell’uragano Covid-19, andava anche a fare un’ora di CrossFit uscendo dall’ospedale, prima di tornare a casa e riposare.
Nella routine classica, insomma pre-Covid, il nostro summit mattutino avviene al telefono o prende forma su WhatsApp. Di solito le scrivo dopo aver accompagnato a scuola le girls.
- Ciao amore, com'è andata la tua notte? Vai a sbogiare stamattina?
- Dai, non è uno sport traumatico, ti ripeto che ti piacerebbe!
- Oook. Allora avvisami quando spingerete i copertoni dei camion come in quel filmato che ho visto su YouTube... vengo di sicuro. Ahahah.
Nella routine classica, insomma pre-Covid, il nostro summit mattutino avviene al telefono o prende forma su WhatsApp. Di solito le scrivo dopo aver accompagnato a scuola le girls.
- Ciao amore, com'è andata la tua notte? Vai a sbogiare stamattina?
- Dai, non è uno sport traumatico, ti ripeto che ti piacerebbe!
- Oook. Allora avvisami quando spingerete i copertoni dei camion come in quel filmato che ho visto su YouTube... vengo di sicuro. Ahahah.
Mi diverto moltissimo a prenderla un po' in giro, in realtà da quando fa questo sport è molto contenta. Scarica bene le tensioni del lavoro di supereroina. Le servirebbe proprio in questo periodo. Oppure potrei costruirle un bilanciere di fortuna in salotto, con le casse d'acqua come pesi, stile penitenziario, roba da film. Sicuramente la farei ridere e visto che dopo il picco della pandemia, atteso a breve, si prevede una lunga fase di discesa per chiudere questa faccenda... aiutarla a tenere il morale alto sarà fondamentale.
Domani dormirà, giustamente. Non potendo navigare altrove con la mia ciurma, dovrò inventarmi modi di tenere ogni elemento dell’equipaggio tranquillo, per non fare troppo rumore in casa.
Per Bianca c’è Frozen II - Il Segreto di Arendelle, uscito in streaming proprio al momento giusto. Non ci siamo neanche chiesti se noleggiarlo: vorrà vederlo in loop per tutta la quarantena (ma non siamo genitori sconsiderati e non consentiremo questa cosa, non del tutto, almeno). L’investimento per l’acquisto, comunque, sarà di certo più che ammortizzato.
Per le due più grandi ci sono i compiti da fare: sono momenti che mi lasciano un po’ di tempo per lavorare, ma insomma… seguirle è un impegno di coordinamento non indifferente.
Per deformazione professionale (e profonda convinzione) sfrutto dunque il potere didattico-terapeutico del cinema come alleato per organizzare il loro tempo libero, consigliando a ciascuna i film giusti.
Praticamente questa clausura mi ha messo nell’esatta situazione descritta da David Gilmour (non il chitarrista dei Pink Floyd, ma un omonimo documentarista canadese) nel suo L’anno di noi due, libro scritto per raccontare una bellissima esperienza di cineclub di famiglia: suo figlio sedicenne voleva abbandonare la scuola a tutti i costi, così lui lo ha lasciato libero di sbattere la testa contro il muro, acconsentendo, a patto di vedere 3 film insieme a settimana (e poi commentarli, ahahaha, ecco l’inghippo: quanta stima per questo irriducibile promotore della cinema-therapy). Il ragazzo ha così imparato tante cose sul mondo e sulla vita, in dialogo con suo padre, attraverso il terreno comune dell’immedesimazione nei personaggi e del calarsi nelle stesse simulate situazioni. Una sorta di bungee jumping di famiglia.
Praticamente questa clausura mi ha messo nell’esatta situazione descritta da David Gilmour (non il chitarrista dei Pink Floyd, ma un omonimo documentarista canadese) nel suo L’anno di noi due, libro scritto per raccontare una bellissima esperienza di cineclub di famiglia: suo figlio sedicenne voleva abbandonare la scuola a tutti i costi, così lui lo ha lasciato libero di sbattere la testa contro il muro, acconsentendo, a patto di vedere 3 film insieme a settimana (e poi commentarli, ahahaha, ecco l’inghippo: quanta stima per questo irriducibile promotore della cinema-therapy). Il ragazzo ha così imparato tante cose sul mondo e sulla vita, in dialogo con suo padre, attraverso il terreno comune dell’immedesimazione nei personaggi e del calarsi nelle stesse simulate situazioni. Una sorta di bungee jumping di famiglia.
Per me non è così facile replicare a casa quello che faccio al cinema, nella rassegna per le scuole che conduco abitualmente; in famiglia ho una platea molto più variegata. Ma ci sono tanti modi per utilizzare gli audiovisivi in modo utile e divertente.
Ieri ne ho avuto l’ennesima prova: mi ha scritto Tommaso Zambelli, mio ex studente dell’Accademia SantaGiulia, oggi al lavoro nell’ambito dell’animazione, per raccontarmi di aver sviluppato un cortometraggio con lo studio Ach Animation per spiegare ai bambini l’emergenza Coronavirus attraverso un simpatico dinosauro, che esorta l’umanità a non estinguersi.
È scattato subito il test sul mio pubblico di prova: Covid-Dino (cliccate sul titolo per vederlo) ha totalizzato 3 sì nel talent show più bello che ci sia, quello dove al banco dei giudici siedono le mie ragazzine.
Menzione speciale per l’attore cremonese Massimiliano Pegorini, che dà la voce al protagonista. Lo ritrovo volentieri dopo aver condiviso una bella esperienza da giurati insieme, al concorso di cortometraggi DeSica.
Pensato per i bambini, utile per tutti: Covid-Dino spiega in modo semplice e ben intellegibile quali sono i comportamenti da tenere e quelli da evitare per non diffondere il contagio, un messaggio davvero importante da continuare a veicolare, anche all'estero (in arrivo i sottotitoli inglesi per il cartoon, a breve), dove la risposta immediata della popolazione alle misure di contenimento sarà determinate per il volume di futuri pazienti da gestire.
Alcuni dati eloquenti: i malati in Italia una settimana fa erano 8.500, oggi si sono triplicati: 26.000. A Brescia l'ultimo incremento giornaliero comunicato parla di 382 nuovi casi e 68 morti.
Un'ecatómbe.
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