#20 - BERGAMO: SEI BELLA COME CASA MIA
- “Come staaa vostra nuoraaaa?”
- “Tutto beneee, sempre in trinceaaa”.
- “Le dica grazieee, da parte nostra. Evviva il personale ospedalieroooo”
Dialoghi urlati da un palazzo all’altro, tra i miei genitori e i vicini di casa.
Hanno una nuova abitudine: salire sulla terrazza condominiale, all’ultimo piano, per sgranchirsi le gambe e prendere un po’ d’aria. Fanno a turno con le altre famiglie. Aprono la porta comune con i guanti di gomma e, una volta usciti nella luce primaverile, osservano la città immobile, cristallizzata. Le lenzuola stese al sole, svolazzando, fanno da cornice ai Ronchi e svelano il Castello di Brescia, in lontananza. Ci vorrebbe una nuova apparizione dei Santi Faustino e Giovita sulle mura per bloccare l’assalto del Coronavirus, come quando nel 1438 fermarono l’assedio dei milanesi.
Tante sono le preghiere rivolte in questi giorni ai patroni della città, come anche le voci pronte ad annullare ogni rivalità con la vicina Bergamo, addirittura sul campo da calcio - dove è sempre stata acuta - in nome di una solidarietà che unisce nel dolore. Ferisce e resterà indimenticabile la fotografia della fila di camion dell’esercito giunti nella città orobica, a comporre un corteo funebre.
Per tentare di sdrammatizzare, prendendo un po' in giro i nonni, faccio vedere alle bambine la mitica scena della cassaforte de “I soliti ignoti”, spiegando che loro stanno bene e passano il tempo sulla terrazza, ma senza assembramenti e senza Totò che organizza lezioni di scasso e di vita. In effetti li immagino, lassù, più che altro come vedette, che aspettano i Tartari scrutando il deserto urbano. Ma qualcosa di divertente, in fondo, c’è. E anche di affascinante: roba da farci uno studio di ricerca di sociologia.
Mi raccontano, al telefono, che d’un tratto hanno cominciato a scorgere sagome in lontananza su altri tetti. Bello riconoscere alcune silhouette e iniziare a chiacchie-urlare per fare brevi conversazioni con gente del quartiere, intessendo rapporti con quel tipo di persone che da sempre vivono sul binario parallelo della nostra quotidianità. Volti noti di uno show sempre annunciato e mai decollato davvero.
Le stesse figure che, se scopri essere scomparse, improvvisamente ti mancano, anche se non ti fermavi mai per convenevoli incrociandole per la strada. L’importate di solito è sapere che, un giorno, potresti farlo. In questo periodo capita di vedere volti come quelli stampati nelle pagine degli annunci funebri. E così s’infrangono, improvvisamente, tutte le nostre ingenue velleità nascoste d’immortalità.
Spiegare tutto questo alle bambine non è così semplice, di numeri agghiaccianti ne captano fin troppi dai telegiornali e anche dalle telefonate che annunciano brutte notizie. Due amici dei nonni questa settimana sono morti. “Erano vecchi? Erano più vecchi di loro, vero?”. Queste le domande da fronteggiare. Crepe che s’insinuano nelle sicurezze dell’infanzia.
In soccorso viene la musica. È proprio il momento di riascoltare tutti insieme, con orecchie nuove, “Bergamo”, uno degli inediti inseriti dai Pinguini Tattici Nucleari nella riedizione del loro album, dopo Sanremo. Poco più di un mese fa. Ma sembra una vita fa.
È una canzone d’amore. E in un paio di passaggi mi sembra parli di Francesca.
“Come una vecchia foto di mia nonna / quando accompagnò mio nonno a fare il militare / tu sei speranza dentro agli occhi di chi resta / e capisce che ogni tanto nella vita devi solo aspettare”.
“Ricorda che sei bella come casa mia”.
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NOTE
Il bellissimo cortometraggio Noi che siamo Ombra di Marco Santi, prodotto da 5e6 per CidneOn, rievoca l'apparizione dei Santi Faustino e Giovita. (Si può vedere cliccando sul titolo. Durata 5'48'').
IMMAGINI
- L’Intervento dei santi patroni in difesa di Brescia assediata da Nicolò Piccinino è un affresco (220x330 cm) di Giandomenico Tiepolo, databile al 1754-1755 e collocato sulla parete sinistra del presbiterio della chiesa dei Santi Faustino e Giovita a Brescia.
- L'Apparizione dei santi Faustino e Giovita in difesa di Brescia è un dipinto a olio su tela (230x275 cm) di Grazio Cossali, datato 1603 e conservato nella chiesa dei Santi Faustino e Giovita di Brescia, sulla controfacciata della navata destra.
- Grazie a Emanuele Galesi per il video del “roof walking”.
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