#25 - I FILM COME TERAPIA CONTRO LA PAURA




Domande. I bambini ne fanno, sempre.

Un esempio? Ieri sera, Emma:
Mamma, quanti pazienti curi tu? Ne curi di più di giorno o di notte?

Il Covid-19 è subdolo, perché è un pericolo invisibile.
Dobbiamo “nasconderci” in casa per sfuggirgli, ma bisogna abituarsi a non averne troppa paura. Altrimenti anche se non ci ammaliamo rimarremo portatori sani di timore di vivere.

Ovviamente Francesca ed io ci interroghiamo su come trovare l’equilibrio perfetto tra proteggere le nostre figlie ed evitare di nascondere loro la verità.




Passo l’intera giornata con le piccole da un mese, ormai.
Il cane ci guarda incredulo. “ Ma questi non escono più? - sembra chiedersi - una volta era tutto un avanti e indietro di gente, con cartelle, borse da piscina, strumenti musicali... adesso stop, rintanati. Hanno cambiato gusti tutto d’un tratto. Vai a capirli ‘sti umani ”.
Stando così tanto tempo insieme, sentono le mie telefonate, ascoltano i tg con me, captano molti dei discorsi che faccio con la loro mamma.
Talvolta i discorsi degli adulti sono bollettini. Ieri, ad esempio, la nostra città ha superato la soglia dei mille decessi
Numeri. Sofferenza incommensurabile che viene misurata da cifre fredde. C’è quasi da perdere interesse per questa matematica impietosa, che gira inesorabile come un contatore quando sei al verde e non sai come farai, poi, a pagare la bolletta. E allora provi il brivido del fallimento assoluto.
Il lastrico. Una parola che mi ricorda quando da bambino leggevo Topolino. Se non ricordo male era l’incubo di Paperon de’ Paperoni. Non ho un deposito di dollari o una piscina di dobloni dove sguazzare da perdere, ma la nostra casa custodisce tre piccoli sorrisi che per nulla al mondo vorrei veder reclinare.

Provo a ricordarmi come fecero i miei genitori a spiegarmi la radioattività dopo l’incidente di Chernobyl, quando andavo alle scuole elementari. Come compresi perché non si poteva giocare nei prati?
Anche il vile Covid-19 si nasconde. E allora per dargli forma, mentalmente, servono simboli. Altrimenti le parole rischiano di diventare prigioni, trasformarsi in mostri. Persino noi adulti le interpretiamo spesso in modo parziale, addirittura irrazionale, inconscio.

Mascherina, quarantena, ventilatore, saturimetro. 
Coronavirus. Covid-19. Isolamento sociale. Tampone.
Positivo. Negativo. Asintomatico.

Il bene. Il male.
C’è bisogno di una mappa per delinearne, nitido, il confine.


Mi interrogo. Quali furono i simboli rassicuranti della mia infanzia? Mi tornano in mente soprattutto Ghostbusters e Ritorno al futuro. Sono stati film come questi a raccontarmi che il mondo non è privo di pericoli, talvolta anche invisibili. Le tute bianche (o comunque simili), che oggi si usano per evitare il contagio, in quelle storie venivano indossate da personaggi carichi di umanità, gente comune, anche un po’ bizzarra, che dimostrava di amare la propria comunità attraverso gesti di coraggio. 
Lo stesso eroismo richiesto di questi tempi al nostro personale sanitario, naturalmente, fuor di metafora, molto più credibile dei tre strambi ricercatori universitari che si improvvisano acchiappafantasmi o dell’inventore Doc Brown alle prese con i viaggi nel tempo. 

Ecco, quindi, una strategia: potrei usare ancora una volta i film per rassicurare le mie bambine. Saranno, oltretutto, validi passatempi in questo limbo, nell’attesa che le scuole riaprano. Chissà.
Bianca, la più piccola, tuttavia, ha solo quattro anni. Per farsi capire anche da lei sarà meglio iniziare con i supereroi e i cartoon.

Ci provo: Non avevamo mai immaginato la mamma protagonista di un film di fantascienza, eh? La tendopoli allestita in questi giorni davanti al Pronto Soccorso della città sembra proprio una scenografia. Ma non spaventatevi, lei è sempre stata un’eroina, solo che prima era in incognito. Un po’ come Elastigirl, la madre della famiglia de Gli incredibili, ve la ricordate?.

Sono io - penso - che adesso devo trovare il mio superpotere, mica sono forzuto come Mr. Incredible. L’unica cosa che posso fare è provare a mantenere la quotidianità in equilibrio, non con i muscoli, bensì con le parole.

Mi sovviene un altro cartoon:

- Vi ricordate L’isola dei cani di Wes Anderson? Racconta di un’epidemia d’influenza canina in Giappone e dell’imposizione della quarantena…

- Sì! La mamma è come quei ricercatori che nel film cercano di trovare l’antidoto alla malattia?

- Quasi. Insomma, è simile, ma c’è meno spionaggio. Ricordatevi che al cinema spesso si esagera per emozionare il pubblico. Restiamo con i piedi per terra.




- Va bene, ma, in pratica, a cosa le servono quella tuta bianca col cappuccio e quegli occhiali che sembrano una maschera da sub? Va sott’acqua in ospedale?

- Non esattamente, ma in un certo senso si immerge. Immaginatevi un acquario: le persone che la mamma cura devono restare isolate e respirare con una specie di boccaglio. E lei per incontrarle ha bisogno della sua “muta speciale”.

- Sono stati catturati? Come il pesciolino Nemo, quando dall’oceano finisce prigioniero nell’acquario di quel dentista?




- Più che catturati, salvati. Ma non vogliono rimanere lì per sempre e, proprio come Nemo viene aiutato da un gruppo di pesci prima sconosciuti a tornare a casa, in mare aperto, anche la mamma e tutti gli altri operatori sanitari si impegnano per far tornare i pazienti dalle loro famiglie.

- Allora sono un po’ supereroi e dobbiamo ringraziarli. Ma quella tuta è comoda? Non sembra morbida come quella di Elastigirl…

- Avete ragione, mamma mi ha detto che si sente un po’ goffa nei movimenti e anche che la mascherina sul viso tiene molto caldo. Ma è importante indossare sempre tutto l’armamentario in quell’acquario, come per un sub la muta e le bombole d’ossigeno.

- E per quanto starà ancora in immersione? 

- …


Domande. I bambini ne fanno, sempre. 
Una di troppo.
Devo trovare il film giusto per rispondere anche a questa.



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NOTE:

La rassegna Cinema per le Scuole che curo con il cinema Nuovo Eden è ferma da un mese, come tutto il resto. Ma non si è fermata la voglia di proporre visioni, e speriamo di tornare al più presto ad ospitare il nostro bellissimo pubblico di scolaresche.
Nel frattempo il team del Nuovo Eden consiglia su questa pagina del sito del cinema una serie di film interessanti visibili in streaming gratuito.

Stay tuned!


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