#30 - I NOSTRI MINIONS



  • Pronto, mamma?
  • Ciao Paolotto, come va? Francy? E le nostre tre gioie?
  • Mah, bene… però potenzia la dose di preghiere da stasera, va.

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Anche lei ha sbrinato il frigo.
Come tanti in questi giorni, Francesca non ha resistito al richiamo delle famose “pulizie di Pasqua”, che quest’anno, causa Covid-19, sono diventate uno dei passatempi più in voga.
Avremo tutti case bellissime e steccati riverniciati, dopo la quarantena. 
In compenso i parrucchieri e gli estetisti faranno gli straordinari per deforestare chiome e spennellare ricrescite.

La nostra Francy nel frattempo è inarrestabile. Pur avendo tutto il diritto di rivendicare riposo assoluto tra le mura domestiche, soprattutto in questo periodo, rifiuta la vita “da Ferragni ospite al resort” che tentiamo di offrirle quando rientra dai turni (e giuro che ho addirittura fatto una crostata e preparato due volte i biscotti al cioccolato con le bimbe! Traguardi di alta pasticceria considerando che prima della pandemia sapevo cucinare solo piatti salati e, ottime, pappette di semolino). 

Mentre lei armeggia come un minatore per disincagliare i surgelati da una parete di ghiaccio, come fossero pepite, mi racconta del suo lavoro. Insieme ai cibi in attesa di tornare nel freezer si sciolgono anche alcune preoccupazioni.
Mi confida che due colleghi del suo reparto sono risultati positivi al tampone. Li ha incontrati per l’ultima volta la settimana scorsa, hanno fatto un turno insieme.

- Stiamo sempre molto attenti, durante il lavoro siamo tutti bardati. Il momento critico potrebbe essere stato il pranzo, siamo in tanti e dobbiamo fare a turno per accedere alla zona dove mangiamo, è inevitabile trovarsi lì in un gruppetto. In ogni caso siamo cauti, ci sediamo a debita distanza, ma chissà. La mascherina te la devi togliere per mangiare e bere. E poi usiamo tutti gli stessi servizi igienici… insomma, dodici ore sono lunghe. 

- Non fasciarti la testa adesso, amore. Ma come stanno i colleghi adesso?

- Solo febbre, speriamo si riveli una forma leggera, poverini. Ovviamente ora sono in malattia. Forse  aggiunge - avremmo dovuto separarci anche noi come hanno fatto alcune famiglie di sanitari, fin dall’inizio. E se questa influenza ve la porto a casa?

- Senti, siamo stati tra i più attenti fin dai primi giorni: non abbiamo più frequentato nessuno da domenica 23 febbraio, mentre il mondo girava quasi come prima, benché le scuole chiuse dovessero essere considerate un segnale d’allarme molto forte. Non farti una colpa di una scelta che al tempo avremmo considerato davvero estrema: a questo punto sarebbero già 5 settimane di lontananza e chissà con quale prospettiva per rivedersi… almeno un altro mese? Non sarebbe stato sostenibile psicologicamente per le bimbe e anche tu… mica puoi vivere solo facendo turni massacranti e nelle pause avvilirti, da sola, isolata da casa. 

Irrompe Bianca, abito da principessa, cuffia dei Minions, scialle improvvisato e coperta di Linus. Uno dei suoi look preferiti.

- Chiappeeeee! Chiaaaaaappeeeee!!! 

- Oddio, se la sentono i vicini. Chissà cosa penseranno! - esclamo.

- Ma chissene, papà! - salta su la quasi adolescente, di passaggio in cucina - se non hanno visto Fronzen 2 è un problema loro.

Si riferisce a un passaggio divertentissimo del film, questo:
“ Vorrei tanto vedere un lato positivo Olaf... ” si lamenta Anna, cercando la dispersa sorella Elsa. “ Lato positivo? Le tartarughe possono respirare dalle chiappette! ”. Risponde il  simpatico pupazzo di neve.

- Quella di Olaf una filosofia vincente anche per noi, Francy! - le sussurro all’orecchio - Dobbiamo prenderla così, guardare le cose da un punto di vista inatteso, sorprendente. Come la donazione delle mascherine da parte dei cinesi, chi se la aspettava.
Sei stata super-attenta a tutto, ti stai impegnando al massimo e noi siamo la tua famiglia: ricordati che siamo qui per supportarti. Cerca solo di stare bene (che uscita stupida, ragazzi, non potevo dirlo in un altro modo! - penso tra me e me), nel senso: riguardati, non stancarti troppo e ascolta i segnali che ti manda il tuo corpo (ma chi sono, un santone new age! Ma dai, Paul! - mi dico da solo). Insomma: dopo oltre un mese di lavoro così duro, il tuo fisico sarà provato. Quando hai finito con il frigo riposati un po’.




- Papy - arriva Emma di corsa - oggi facciamo ancora il gioco delle perline da stirare? Quello che ci ha regalato Federico, il collega della mamma… che dice che ai suoi bambini piace molto. 

- Sì, va bene! E dobbiamo dirgli che anche a noi piace, è stato gentile a mandarvelo, pensando a questi giorni da trascorrere sempre a casa.



- Mettiamo la sigla della giornata, adesso? 

- Yes! Dai, senti mamma: questo è il brano che mettiamo ogni mattina dopo colazione, per svegliarci dolcemente e anche caricarci prima di cominciare la telescuola, il telelavoro, la televita in attesa del telegiornale, insomma! 

. I Sigur Rós? Ma vuoi farle addormentare di nuovo allora!!? - esclama Francy sbirciando l’album che sto per far partire visualizzato sullo schermo del telefono - Ma non dite niente al papy, voi che amate i Queen e Green Day? Non vi annoiate con questa musica?

Ma è bella! Ci piace la numero 2.

- Sììììììì, è la canzone delle chiappeeeee!



- Eh, appunto… visto che copertina! Sono giorni che cerco di spiegare a Bianca che sono ragazzi seri questi islandesi, ma in Með Suð Í Eyrum Við Spilum Endalaust, che è uno dei miei album preferiti, hanno scelto come copertina una fotografia di Ryan McGinley che ritrae dei tizi che corrono via di schiena. 
Sia il testo che la musica della canzone che fa da sigla alle nostre giornate, mentre tu sei in ospedale, è un inno agrodolce. Riesce ad essere delicato e contemporaneamente epico.
“Io esprimo un desiderio e chiudo gli occhi / Ingoio una lacrima, e respiro i capelli”.
Questi tizi di corsa, secondo me avranno avuto anche loro qualche pensiero da sublimare, ma non avevano a disposizione un frigo da sbrinare! Anche tu se potessi - oh quanto lo so! - saresti a correre adesso, vero? Magari, ecco, vacci vestita quando si potrà di nuovo fare sport. Sono geloso, lo sai.


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Con un ronzio nelle orecchie suoniamo all’infinito ”, questa la traduzione del titolo dell’album dei Sigur Rós. Che, insomma, è un po’ come dire che continuano a vivere lo stesso, sebbene con una sorta di fastidioso acufene. Come noi con il chiodo fisso di questo Coronavirus. Continuiamo. A vivere.



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Postilla:

A proposito di Minions e chiappe: non ditemi che non avete mai visto Cattivissimo Me 2!

Godetevi il trailer e al minuto 1’52’’ scoprirete anche una battuta mitica per le nostre figlie.




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