#32 - TUTTO COME PRIMA?
- Papà, se uscirà un nuovo film di Harry Potter, io, in qualunque circostanza, andrò a vederlo!
Ha detto proprio così Federica, queste esatte parole, concludendo la visione della saga.
È stato un moto di rivalsa verso le rinunce di questo periodo, l’ho capito.
La speranza di rientrare a scuola diviene sempre più labile. In più ha avuto notizia ufficiale che è saltata la tanto attesa gita scolastica a Padova. Piccola consolazione, il bel gesto proposto dai rappresentanti dei genitori: non ridistribuire le quote di partecipazione versate, ma donare l’intera cifra alla raccolta fondi #aiutiAMObrescia.
Nel suo rivendicare la visione dell'ipotetico futuro capitolo di Harry Potter leggo già i segnali di un’incertezza a lungo termine: le abbiamo promesso che tra un anno, se supererà con buoni voti gli esami di terza media, la porteremo a vedere il "castello di Hogwarts" e gli studi cinematografici dove hanno girato la saga del maghetto nato dalla fantasia di J.K.Rowling. Probabilmente teme che il Covid-19, tentacolare e subdolo come si sta rivelando, arrivi a minacciare anche quel sogno.
A proposito di magìa: l’incantesimo, oggi, l’ha fatto la mamma, riuscendo a farle trascorrere bene la giornata nonostante il day hospital e i diversi prelievi di sangue fatti.
- Papà, quando ci hanno detto che potevamo tornare a casa io e mamma stavamo giusto rilassandoci un po’, guardando un film sul tablet!
- E così, invece sei arrivata in tempo per la videolezione di matematica del pomeriggio... eh, meglio dai, bellezza! È giusto partecipare se te la senti.
Non preoccuparti, finiamo di vedere il film stasera.
. Ma Voldemort non ha il naaaaaso! - salta su Bianca, mentre stende una coperta su cane Juliano addormentato, lasciandone spuntare solo il muso. E poi dice: “ È il suo guscio! È un tartarugo! ”
. Wingardium leviosa! - esclama Emma, facendo danzare la bacchetta magica nell’aria e cercando di far levitare la coperta per liberare il cane dalle "premure" della sorellina più piccola.
Mamma è già intenta a spadellare, ha promesso a Federica uno dei suoi piatti preferiti per la serata, così da addolcire ulteriormente l’esperienza ospedaliera: ciambella di patate e scamorza avvolto nello speck. Accanto un tris di verdure, per avere più chance di successo nell’ottica salutista: almeno una piacerà a ciascuna figlia, tra carciofi, piselli e melanzane.
- Sai, papà, che stamattina ci hanno provato la febbre all’ingresso dell’ospedale? Due volte, perché la prima, probabilmente, risultavo molto calda a causa del riscaldamento tenuto al massimo in auto: quando siamo uscite, alle 7, si gelava.
Non so quanto fosse il valore rilevato, ma mi hanno detto di mettermi in un angolo ad aspettare. “Io non ce l’ho il Coronavirus, eh!” volevo dirgli, ma ci ha pensato la mamma a spiegare del viaggio. E alla seconda prova la temperatura era perfetta.
- Andiamo bene...
- Come?
- No, dicevo... bene!
- La città vuota era strana... era giorno, ma sembrava sera tardi, con le strade così libere dal traffico.
- La mamma si sta abituando troppo bene, quando tornerà il caos abituale chissà che insofferenza in coda... le verrà voglia di mettere una sirena sull’auto! Tanto è già abituata al rumore, per via dei suoi turni in automedica - ridiamo un po’ - ...magari un lampeggiante glielo daranno come premio per gli straordinari!
- Ma tornerà tutto come prima? O non tutto?
- Tesoro, hai quasi tredici anni... ti sei resa conto che la nostra città è tra le più colpite da questa catastrofe causata dal virus, ne abbiamo parlato. Parliamone ancora, se vuoi. Quando vuoi. Tanti stanno soffrendo. Il numero dei contagi e delle vittime è molto elevato, decisamente più dei dati che elencano ogni sera al telegiornale. Per chi ha perso familiari ed amici non sarà facile tornare alla normalità.
L’intera comunità è investita dal compito di rielaborare quanto sta succedendo.
Troveremo il modo insieme, e se dovremo cambiare alcune abitudini per sempre ci impegneremo a farlo. Ad esempio, già si osserva questo momento come un test per valutare la reazione della natura ad un minore impatto delle attività umane. I segnali sono positivi. Capiremo come riequilibrare il nostro stile di vita, in funzione della salute.
Mentre parlo penso che la reazione sociale ad un protrarsi dell’isolamento potrebbe diventare interessantissima e, al contempo, preoccupante: mi sovviene un post appena scritto su Facebook da Fabio Bonifacci, brillante sceneggiatore di tanti film italiani (tra i più noti Mio fratello rincorre i dinosauri e Benvenuti al Nord ).
Descrive un'escalation d'intensità dell'isolamento sociale che suona già come la trama di un colossal, anzi che dico: di una saga.
L’idea che qualcuno decida di sovvertire completamente le proprie abitudini, dopo l’esperienza del lockdown, è plausibile. Quello che stiamo vivendo è una specie di anno sabbatico in versione bonsai. Ne usciremo con nuove idee.
La cosa che mi incuriosisce è come coordineremo il cambiamento di prospettiva.
. Chicca, devo farti leggere un libro che io e la mamma abbiamo divorato l’estate scorsa, La nazione delle piante.
Francy, ti ricordi cosa scriveva Stefano Mancuso? L’autore del libro delle piante, quello che siamo andati ad ascoltare in conferenza a Collebeato… Spiegava che il corpo umano ha un’organizzazione verticistica, non può vivere senza comando. I vegetali, al contrario, sono in grado di rigenerare ogni propria struttura, quando recisa. Rinascono sempre, in armonia, adattandosi alle nuove condizioni.
Dovremmo trarre ispirazione dalla natura per prepararci al dopo emergenza.
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CREDITS IMMAGINI:
1) La fotografia del supermarket è di Ettore Pilati
2) Lo scatto del termometro è di Nicola Zambelli
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