NIKKI E IL FUTURO (DEL PIANETA E DEI CONCERTI)
“Per fortuna che si può uscire adesso, perché ho finito Netflix”.
Così ha detto un compagno di classe della mia figlia maggiore, seconda media.
Sostiene, in pratica, di aver visto tutto il visibile sulla piattaforma streaming. Dubito, ma meglio non sfidarlo, che poi magari si rintana a vedersi anche “tutto”, Amazon Prime Video ecc. ecc.
Meglio vivere un po’. E ve lo dice un cinefilo.
- Perché non gli consigli dei bei podcast, che quelli può anche ascoltarli passeggiando?
- Sììììì, quello di “Dai nonna”! Lo riascoltiamo papy? - si attivano in coro le due sorelline.
Per loro quelle piacevoli fiabe narrate da Valeria Battaini sono il passatempo perfetto, in questo periodo. E anch’io le ascolto con piacere, notando la sua abilità nell’intrecciare le voci di una nonna in dialogo con la sua nipotina, come anche la cura nella riscrittura delle storie tradizionali provenienti da tutto il mondo da parte di Maria Angela Cerutti.
E poi l’universo dei podcast è in fermento, tante proposte arrivano proprio dalla nostra città: la quarantena ha stimolato la creatività dei bresciani.
Mi stanno appassionando molto Il filosofo di fiducia e Gli elefanti. Il primo è un canale Telegram dedicato a pillole di filosofia capaci di svoltarti la giornata, grazie anche all’abilità dei narratori: imperdibile Michel de Montaigne raccontato da Michele Lanzi; il secondo è una manna per gli appassionati di sport, sempre delineato in modo nitido nel contesto storico sociale, grazie alle parole di Dario Costa e Dario Ronzulli.
Bello scoprire le tante sfaccettature di questo mondo tutto “audio”, invisibile e perciò percepito con quella leggerezza che lascia spazio all’immaginazione. Mi piace mettere le cuffie, premere play ed uscire a passeggiare osservando la primavera ormai inoltrata. Del resto ho sempre ascoltato la radio molto volentieri, per me è sinonimo di viaggio e compagnia. Anche i brevi spostamenti sembrano avventurosi, quando accompagnati da storie avvincenti. I podcast, devo dire, li avevo utilizzati finora soprattutto come “paracadute”, ovvero per recuperare le parti salienti delle trasmissioni radio perse a causa di impegni. Su tutte, per l’animo rock e la sensibilità non retorica che associa alle tematiche ambientali, cerco di risentire sempre Tropical pizza, su Radio Deejay.
A condurla è Nikki, che ho conosciuto in occasione del suo concerto bresciano alla Latteria Molloy dell’autunno scorso, per presentare il suo concept album, il progetto La Superluna di Drone Kong. Canzoni che ascolto spesso, catturato non solo dal sound, ma anche dai testi, che riescono ad amalgamare un’attitudine rock “spensierata” con riflessioni concrete sul nostro tempo. Ad esempio in Futuro ascetico emerge una critica esplicita al consumo «non-consapevole» («si scioglie il ghiaccio, con lo shopping al centro, poi col traffico del rientro»). Un messaggio ambientalista, coerente con lo stile di vita che promuove da sempre con garbo.
Decido di telefonargli per due chiacchiere sul domani che ci attende, insomma, il mondo post-quarantena. Nel disco immaginava un’umanità in fuga su Marte nel 2040.
Decido di telefonargli per due chiacchiere sul domani che ci attende, insomma, il mondo post-quarantena. Nel disco immaginava un’umanità in fuga su Marte nel 2040.
Il lockdown è stata la “prova del nove” di un cambiamento più radicale - mi dice - ad esempio, andando al lavoro in Radio in bicicletta (a Deejay abbiamo sempre continuato a trasmettere) attraversando Milano percepivo un’aria diversa, più leggera.
Credo nei piccoli gesti individuali quotidiani, ma è giunto il momento di scelte più radicali: va bene smettere con le cannucce, ma dobbiamo fare di più. Cerco comunque di evitare di risultare "pesantone" quando racconto che mi muovo solo in bicicletta (o car sharing se devo trasportare chitarre e amplificatori). E la “generazione Thunberg” è in genere più attenta all’ambiente, mostra una sensibilità già più sviluppata rispetto alle precedenti.
Eh già, ogni volta che lo ascolto mi rendo conto che Nikki sa parlare ai giovanissimi, con quel suo tono sempre allegro, che esprime curiosità. Sarebbe di certo in grado di spiegare al compagno di mia figlia che rilassarsi davanti a Netflix è, sì, fighissimo… ma uscire, magari per andare ai concerti, è un’esperienza di gran lunga più vitale!
Gli chiedo cosa ha fatto durante la quarantena, ricordando che il processo creativo che lo ha portato a comporre il suo album era stato caratterizzato da sessioni notturne casalinghe. La sua risposta mi sorprende, prima perché inattesa, poi perché getta luce su un aspetto molto interessante ed umano, sul lato più intimo della condizione d’artista:
Tutto il periodo della “chiusura” è stato come un lungo lunedì sera.
All’inizio l’ho vissuto così… quasi come l’occasione di uno stacco da una vita sempre molto piena, ricca di serate trascorse ad ascoltare concerti. Una sorta di recupero. Poi ho notato che tanti creativi si sono attivati, hanno cominciato a suonare, registrare dischi, scrivere… e insomma, queste reazioni mi hanno stupito, perché credo che isolarsi sia una condizione che può stimolare il processo creativo, ma soprattutto quando si tratta di una scelta, non di un’imposizione. Per quanto mi riguarda l’assenza di relazioni e interazioni non è proficua alla creazione.
Dal tuo osservatorio radiofonico, in contatto con tutta l’Italia ogni pomeriggio, tutto sommato la reazione generale al Coronavirus come ti è sembrata?
La pandemia ci ha reso rispettosi, ho notato un’attenzione alle regole che potrebbe essere considerata il banco di prova per compiere le scelte adeguate anche in futuro, pensando all’ambiente: l’emergenza climatica è pesante e ognuno di noi deve fare la propria parte per risolverla. Davanti al Covid-19 abbiamo dimostrato di essere in grado di reagire, adesso desideriamo il ritorno alla “normalità”… ma in questo “prima” era tutto così giusto? Non direi. Adesso siamo chiamati a compiere le scelte che ci porteranno ad un 2040 migliore o catastrofico.
È davvero una data interessante, mi ha fatto piacere scoprire che - oltre ad essere l’ambientazione del tuo disco - sia stata scelta anche come titolo del significativo documentario di Damon Gameau, che si interroga sul mondo che lascerà a sua figlia, oggi bambina, allineando una serie di soluzioni già pronte per essere messe in atto - spiegate da esperti e innovatori - e intervistando 100 bambini.
Sì, ho presente! È quella la linea da seguire. Anche per Milano, sono entusiasta dei progetti per renderla sempre più verde, che richiamano già l’attenzione della stampa estera: abbiamo l’occasione di dimostrare, anche come italiani, di avere uno sguardo rivolto al futuro e la pandemia in qualche modo è stata l’ennesimo segnale per sottolineare che bisogna prestare attenzione alle scelte.
E ai nostri amati concerti, secondo te, quando potremo tornare?
Mi manca moltissimo la libidine del vivere tutti insieme qualcosa. È la condivisione che rende speciale la dimensione live della musica. E poi penso anche a tutti coloro che da questa situazione sono toccati dal punto di vista professionale: c’è un intero mondo di lavoratori dietro all’organizzazione degli eventi e dei tour!
La mia speranza è che per l’estate ci si inventi il maggior numero di situazioni sicure possibili per fruire comunque di spettacoli pubblici, in sicurezza: sento parlare di idee per garantire la giusta distanza tra uno spettatore e l’altro… “drive in” per quanto riguarda il cinema e anche concerti ispirati a quella formula, raggiungibili in bicicletta con spazi di parcheggio predefiniti. Il bike-in, insomma, una bellissima proposta, già progettata nei dettagli da Shining Production.
Mentre Nikki, come sempre, si rivela un propulsore di entusiasmo e ottimismo ponderato, lo ascolto con speranza: tutti ci meritiamo di vedere spuntare davvero gli arcobaleni tanto evocati fin dall’inizio della tempesta che ci ha investito, ma soprattutto i nostri ragazzini, quelli che si affacciano per la prima volta alle esperienze dirompenti che la vita offre nelle estati dell’adolescenza, quando le vibrazioni delle note sparate a mille dai palchi non sono solo musica, ma linfa vitale che fa scoprire un’umanità capace di sintonizzarsi e ballare. Una ritualità innata che celebra la vita. Altro che fare zapping.
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PER APPROFONDIRE:
. Nikki speaker a TEDx, in tempi non sospetti parla dell'importanza della pausa: Rock, Pause and Roll
. La canzone I concerti, che rivela nel testo tutto l'amore per la live music vissuta (anche) stando dalla parte del pubblico.
PER APPROFONDIRE:
. Nikki speaker a TEDx, in tempi non sospetti parla dell'importanza della pausa: Rock, Pause and Roll
. La canzone I concerti, che rivela nel testo tutto l'amore per la live music vissuta (anche) stando dalla parte del pubblico.
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