#50 - PENSIERI POSITIVI



C’è voglia di Fase 2. 
Desideriamo tutti uscire di casa. Ricominciare.
Ma intanto le onde di assestamento dello tsunami di marzo stanno investendo i colleghi di Francesca.

E così, mentre l’allarme rientra gradualmente, per noi il cerchio si stringe. 

È questa la sensazione. Cerchiamo di scacciarla. Ma si salda al dispiacere per gli amici professionisti che dopo 2 mesi di lotta per curare il prossimo, adesso si ritrovano malati. Li conosco bene anch’io, sono ottimi medici ed infermieri, gente scrupolosa.

 - Smontavo dalla notte - mi racconta Francy - e l’ho incontrata al cambio turno, nello spogliatoio. Mi ha detto che stava bene. Qualche ora dopo ho saputo che ha cominciato ad avere la febbre. Si è velocemente alzata. Tant’è che ha dovuto interrompere la giornata di lavoro. È riuscita a guidare fino a casa, per 40 km. Quando è arrivata aveva 39.9°. 
Il giorno successivo 40.5°.

Mi dispiace tantissimo. E come faranno con i bimbi?

Suo marito sta bene… Certo, la gestione familiare dev’essere un bel dilemma.

Pensando alle nostre Minions, infatti, in una delle mie ultime telefonate con l’amico di sempre, gli ho buttato lì una mezza frase del tipo: “ Oh, se Francy ed io ci ammaliamo, magari addirittura insieme… le mando tutte e tre da voi! ”. Forse ho esagerato, ma l’idea di non poterle affidare ai nonni - validi aiutanti, che tuttavia abbiamo voluto cautelare fin dall’inizio - si trasforma in un enigma, un rompicapo che ci tiene svegli la notte.

Mi sembra di essere tornato indietro nel tempo, quando 8 settimane fa affidavo le mie confidenze alle parole scritte nel post “Oggi mi hanno fatto il tampone. Stai tranquillo”, il più letto e condiviso di questo blog che oggi arriva a raccogliere 50 testi e ha generato una community di oltre 1300 persone sui social. L’empatia creatasi con i lettori ha trasformato un’idea nata per essere un modo particolare di stare accanto a Francy e informare gli amici lontani dalla Lombardia di quanto stesse accadendo, in una
“maratona di scrittura”. E così mi sembra giusto mantenere fede al quotidiano appuntamento mattutino, almeno fino al termine del lockdown. 
Poi ci sarà una Fase 2, anche del blog. Non significa sparire e tornare alla normalità, fingendo che nulla sia accaduto. Piuttosto, un passo alla volta, capirò quale percorso intraprendere per mantenere viva la parte migliore di questa esperienza. Unica indicazione certa: restare uniti, rinsaldare i legami umani emersi in modo più nitido durante l’isolamento.





Ci inventeremo il futuro, intanto il tempo resta sospeso.
Vorrei dedicarmi a pensare solo alla ripresa, al “riavvio del sistema”, ma - di nuovo - in famiglia siamo alle prese con discorsi e dubbi simili a quelli delle prime settimane d’emergenza: ci chiediamo se la nostra società sia pronta convivere con la prudenza, oppure se, aperti in cancelli come ai concerti, tutti correranno alla cieca verso le transenne sotto il palco, senza considerare il rischio d’essere poi schiacciati dalla massa in arrivo.

Contando solo il reparto dove lavora Francy, dunque una delle Rianimazioni attive nel maggiore ospedale di Brescia, il turnover dei dipendenti che lei incrocia abitualmente comprende circa 80 persone. Una decina sono state contagiate. Gli ultimi 3 la settimana scorsa, dunque la bomba-Covid non è per niente disinnescata.

Amore - le chiedo -  sai che il mondo del cinema sta provando a riorganizzarsi per ripartire? A Hollywood prevedono di ricominciare le riprese, in una prospettiva ottimistica, per luglio-agosto, più realisticamente entro settembre. Non abbiamo una task force guidata da Steven Soderberg, ma anche in Italia stiamo lavorando ad un Protocollo Cinema-Covid. Un prontuario di norme per lavorare in sicurezza sui set. Secondo te, più in generale: quale sarà il nostro futuro protocollo “Vita-Covid”, insomma, quello che attende tutti noi? Come ci regoleremo nella "nuova normalità"?





- Posso dirti quali sono le disposizioni: 2 tamponi negativi a distanza di 24-48 ore sono la condizione per definire un paziente “negativo” o “guarito”. 

- Tutto qui? Non sembra troppo difficile… allora basta far diventare il tampone una cosa diffusa come l’alcol test prima di mettersi alla guida e siamo a posto! 

Mentre parlo ho già la consapevolezza di quanto l’ipotesi possa risultare valida solo sulla carta, in una società immaginaria e perfetta. Ma basta ciò a rassicurarmi: si tratterebbe solo di spingere l’acceleratore sul senso civico. Non è facile, ma potrebbe essere un ottimo obiettivo per pubblicitari con voglia di ripartire alla grande. “Challenging!… Sfidante!!” - Già sento questa esclamazione risuonare in riunioni dove ognuno flirta con il proprio ego.

- Attenzione: non è così facile. Ci sono capitati più di una volta pazienti con 2 tamponi negativi che poi, alla ricerca effettuata sul BAL, risultavano positivi al Covid.

- Ehm, in vent’anni di cose ne ho sentite standoti accanto (faccio sempre una discreta figura quando durante le cene con i tuoi colleghi dimostro di sapere benissimo cosa sono Propofol, Fentanest, Lidocaina, Emla… superato l’imbarazzo degli sguardi dubbiosi “Sarà un ex tossico? Conosce tutti gli anestetici. Oppure davvero si interessa al lavoro di sua moglie. No, impossibile: hanno tre figlie. Vale la prima risposta” )… Ma, insomma, dimmi: cos’è questo BAL?

- È un lavaggio bronchiale. Si fa in broncoscopia, dunque una procedura che non si può mettere in atto con leggerezza, al volo, come un tampone. Noi le facciamo ai ricoverati in Terapia Intensiva e poi mandiamo al laboratorio d’analisi il liquido raccolto, richiedendo una “ricerca Covid”.

- Che casino. Quindi ricapitolando: 2 tamponi dicono molto, ma non tutto. 

- Certo. Anche perché c’è la questione dei falsi negativi: dal 10 al 30% dei casi. Vuol dire che se vai a sentire una conferenza in una sala da 100 posti potresti avere accanto a te… insomma, hai capito. Diciamo almeno 10 soggetti positivi inconsapevoli. Oppure 9 e il decimo sei tu, in buona fede.

- Azz. E senti: la questione degli esami sierologici, quelli per testare gli anticorpi, come funziona?

- Ci sono tre possibili risultati, se lo fai.

Primo caso: non hai anticorpi. 

Secondo scenario: IgM positivo e IgG negativo, significa in pratica che sei entrato in contatto recentemente con il virus e hai sviluppato anticorpi IgM, che non servono nel lungo periodo, ma non IgG, che sono invece gli anticorpi “della memoria”, utili a contrastare il virus se lo incontri di nuovo. 

Ultima ipotesi: hai anche IgG, evviva! Significa che il tuo contatto con il virus non è recente, e che hai sviluppato anticorpi “con memoria” che ti proteggeranno a lungo. C’è un “però” : non conosciamo abbastanza il Covid-19 per sapere quanto a lungo.

Capisci cosa intendo? 

- Credo… è come quando fai un vaccino che non dura tutta la vita…?

- Esatto: quando scade la copertura devi fare il richiamo. Ad esempio il vaccino per il Tetano dura 10 anni, quindi si torna e si fa un’altra iniezione, che riattiva gli anticorpi.
Del Covid-19 (oltre a non esserci il vaccino) non sappiamo ancora quanto “durano” gli anticorpi sviluppati da chi li ha sviluppati.

- Insomma: la definizione delle regole di vita nella Fase 2 dovrebbe dipendere direttamente dalla comprensione di tutto ciò. Non può essere affidata a regole poco chiare o addirittura “fai da te”.

- Esatto, anche perché poi c’è un’altra questione: quella della durata della positività: abbiamo pazienti che risultano positivi al tampone ancora dopo 5 o 6 settimane… nel frattempo potrebbero aver sviluppato anticorpi, ma sono ancora contagiosi!

- Quindi la conclusione che possiamo trarre qual è? Che il test sierologico da solo non basta a rassicurarci che il soggetto non sia portatore del virus?

- Esatto. Il test ci dice che una persona è venuta in contatto con il Covid-19, ma non se è ancora contagiosa.

- Il “cittadino ideale” - quello che non rappresenta un pericolo per la comunità si conduce una vita normale e addirittura può tornare a frequentare luoghi affollati - qual è? Insomma: chi possiamo incontrare con serenità? Chi dobbiamo essere, in questo film apocalittico? Quale personaggio, per non rappresentare un pericolo per gli altri?

- Quello che sappiamo essere con certezza negativo (doppio tampone o BAL) e con anticorpi IgG. Ma attenzione: non sappiamo per quanto tempo. 

- Il punto è che l’esito di questi esami, in pratica, è una “fotografia”. Un’istantanea valida in quel preciso momento. Se poi il soggetto, con il passare del tempo, dovesse incontrare un individuo positivo, non conoscendo la durata della copertura anticorpale, potrebbe essere nuovamente contagiato (il dubbio per ora rimane). E tutti i certificati diventano solo scartoffie.

- Pazzesco. E pensare che siamo arrivati a questo punto in poche settimane…

- Secondo te qual è il più grande insegnamento di tutto ciò? Se avessimo isolato tutto subito e le regole fossero state rispettate da tutti ne saremmo già fuori.

- E invece è uno stillicidio.


____________






____________


Credits foto "troupe intervista all'ospedale": Ettore Pilati.



Commenti

Post più popolari