#29 - DIRITTO... AL CUORE



“Aveva un solco lungo il viso come una specie di sorriso”. Anzi due.
Ieri sera i segni della mascherina erano evidenti sugli zigomi di Francy, quando è arrivata a casa dall’ospedale, un’ora dopo averla tolta.

- Mamma, mamma! È arrivata la mamma!!

Tripudio di gioia da parte della piccola, che vola al collo di Francesca, sull’uscio.
Io mi godo la scena, frammenti di quotidianità memorabile. Poi crescerà anche lei e smetterà di appendersi a noi come un koala. Meno osteopata, ma anche meno emozioni.

- Ciao tesoro, come stai? Allora queste mascherine cinesi? Mi hanno scritto che oggi sono arrivate e c’è anche già un articolo sul giornale: evviva! Magari sono anche meglio di quelle che state usando... che oggi ti hanno segnato parecchio il viso...

- Sì! Io ero impegnata a seguire alcuni pazienti, ma uscendo dalla zona rossa poi ho visto gli scatoloni in reparto, li ho riconosciuti perché c’era la scritta “Forza Brescia”, il nome della chat di beneficenza creata tra le Università di Brescia e Pechino.




- Papà, perché i cinesi hanno mandato un regalo all’ospedale della mamma? - chiedono le nostre figlie più grandi.

- È una bella storia di generosità e fratellanza! Vi ricordate quando un pomeriggio, una settimana fa, continuavamo a chattare e passando a sbirciare lo schermo del telefono - come vostro solito - avete esclamato: “ Ma mamma, papy… sapete il cinese??! ” ?
Stavamo prendendo contatti con persone molto gentili (tra cui c’era anche chi traduceva i testi cinesi) che dall’oriente si erano accorte della situazione difficile in questo momento, in Italia, causata dal Coronavirus.



- Sì sì, che ridere vedervi lì tutti impegnati a guardare quei simboli… sembrava una caccia al tesoro!

- Eh, praticamente… una cosa simile. E adesso l’abbiamo trovato! La donazione è diventata realtà! È arrivato un intero furgone pieno di mascherine. Non è stato facile dal punto di vista logistico, c’è voluto addirittura l’aiuto della Polizia Locale per l’ultima fase del trasporto, ma c’è l’hanno fatta! 
Un sollievo per la mamma e i suoi colleghi, che ne usano tante nel reparto di Rianimazione in questo periodo e rischiavano di finirle!

Sapete che vi diciamo, ragazze: è bello essere stati un piccolo anello di una grande catena umana, capace di abbracciare mezzo globo. È successo grazie a Simona, ricercatrice dell’Università di Giurisprudenza, che tempo fa ha invitato la mamma ad intervenire, per parlare di diritti e di vita. Sì, perché il suo corso si chiama Biodiritto e quindi riflette su tante questioni che riguardano la medicina. Insomma, cose delicate, non proprio cose per fare due chiacchiere dopo cena con dei Minions di 4, 8 e 12 anni come voi! 

Ma ricordatevi questo: tutte le relazioni tra uomini, insomma l’incontrarsi (proprio quello che ci manca in questi giorni, mentre siamo rintanati in casa per interrompere i contagi di Covid-19) sono legami di fiducia che, quando sinceri, possono sbocciare in grandi gesti di amicizia e solidarietà. È quello che è accaduto oggi, grazie ad una lunga catena di piccoli grandi legami, tutti fondamentali. 





Lo ha evidenziato bene il Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, Antonio Saccoccio, in una lettera (consultabile qui) che conserveremo per farvela leggere in futuro: parla di cosa sia l’Università “ intesa nell’accezione latina della parola universitas, cioè come comunità attiva fatta, oltre che di ricerca, anche di rapporti umani, di scambi culturali e sociali, di amicizie e solidarietà ” e addirittura spiega come il legame culturale tra Italia e Cina trovi un caposaldo nell’antichissimo diritto romano “ definito da un importante giurista cinese come ‘patrimonio comune dell’umanità’, che si mette a disposizione di tutti gli uomini, per offrire dei modelli scientifici che, per quanto riguarda in particolare la Cina, sono stati largamente impiegati nel corso delle politiche di apertura e riforme portate avanti nel corso delle ultime quattro decadi ”.

Il diritto alla vita, oggi, si è manifestato nella sua forma più poetica.

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NOTE

Foto 1 - Al centro, il Primario del 1° Servizio di Anestesia e Rianimazione degli Spedali Civili di Brescia, dott. Gabriele Tomasoni, riceve il carico di mascherine.

Foto 3 - Parte dello staff medico del 1° Servizio di Anestesia e Rianimazione degli Spedali Civili.

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